LA MIA APPIA.
LABORATORIO DI MONDI POSSIBILI TRA FERITE ANCORA APERTE
"Per tutta la sua lunghezza, per un chilometro e più da una parte e dall'altra la via Appia era un monumento unico da salvare religiosamente intatto, per la sua storia e per le sue leggende, per le sue rovine e per i suoi alberi, per la campagna e per il paesaggio, per la vista, la solitudine, il silenzio, per la sua luce, le sue albe e i suoi tramonti...Andava salvata religiosamente perché da secoli gli uomini di talento di tutto il mondo l'avevano amata, descritta, dipinta, cantata, trasformandola in realtà fantastica, in momento dello spirito, creando un'opera d'arte di un'opera d'arte: la Via Appia era intoccabile, come l'Acropoli di Atene".
A. Cederna, da I Gangsters dell'Appia, Il Mondo, 8 Settembre 1953.
Questa mostra illustra la storia recente dell'Appia.
Le vicende per la salvaguardia della regina delle strade pubbliche romane, costruita nel 312 a.C., sono state complesse e l'Appia non ha ancora trovato la soluzione adeguata
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"Per tutta la sua lunghezza, per un chilometro e più da una parte e dall'altra la via Appia era un monumento unico da salvare religiosamente intatto, per la sua storia e per le sue leggende, per le sue rovine e per i suoi alberi, per la campagna e per il paesaggio, per la vista, la solitudine, il silenzio, per la sua luce, le sue albe e i suoi tramonti...Andava salvata religiosamente perché da secoli gli uomini di talento di tutto il mondo l'avevano amata, descritta, dipinta, cantata, trasformandola in realtà fantastica, in momento dello spirito, creando un'opera d'arte di un'opera d'arte: la Via Appia era intoccabile, come l'Acropoli di Atene".
A. Cederna, da I Gangsters dell'Appia, Il Mondo, 8 Settembre 1953.
Questa mostra illustra la storia recente dell'Appia.
Le vicende per la salvaguardia della regina delle strade pubbliche romane, costruita nel 312 a.C., sono state complesse e l'Appia non ha ancora trovato la soluzione adeguata alla specificità dei suoi valori e ancora molte testimonianze monumentali sono in proprietà privata.
Il luogo che la ospita è stato acquistato nel 2002 dalla Soprintendenza Archeologica di Roma per accrescere il patrimonio pubblico dell'Appia e incrementare la conoscenza di questi luoghi nell'antichità. E' diventato laboratorio di tante attività, punto di incontri culturali, sosta per la visita della strada e dei suoi monumenti, sede dell'archivio di Antonio Cederna e del Sistema Informativo dell'Appia.
Le immagini fotografiche presentate sono solo una minima parte del repertorio ricchissimo che ha interessato l'Appia e si riferiscono a diversi periodi: fine dell'800 inizio del 900, anni tra il 1950 e il 1970 e oggi.
Si tratta di vedute eseguite per lo più da chi ha frequentato e frequenta l'Appia con occhio attento per motivi di studio, ricerca, cronaca. In questo arco di tempo il paesaggio dell'Appia è radicalmente modificato, a volte in meglio, per lo più in peggio, come è illustrato da alcune situazioni, se pur in modo parziale. Attraverso alcuni episodi illustrati e testi sono raccontate le tappe principali di questa storia.
Nel nostro agire quotidiano non smettiamo di credere all'importanza di un progetto per l'Appia che da un lato sancisca i suoi valori, ripristinando uno stato di legalità, dall'altro possa offrire alla comunità il godimento dell'insieme di storia, archeologia, paesaggio, natura che questo territorio racchiude.
Quello che è diventato pubblico ha costituito un'occasione di crescita per la conoscenza della storia antica e l'applicazione di metodi di ricerca, restauro e valorizzazione. Quello che è in proprietà privata, troppo spesso ha subito trasformazioni più o meno gravi, nell'esclusivo interesse individuale, violando regole indirizzate al rispetto dei valori del territorio dell'Appia.
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Mausolei C.D. dei Calventii e dei Cerceni
All'inizio della Via Appia Pignatelli, in una proprietà privata, ci sono due mausolei costruiti in opera laterizia, databili alla fine del IV sec. d. C. circa attribuiti. . .All'inizio della Via Appia Pignatelli, in una proprietà privata, ci sono due mausolei costruiti in opera laterizia, databili alla fine del IV sec. d. C. circa attribuiti, senza fondamento, alle famiglie dei Calventii e dei Cercenii, in realtà pertinenti all'area sopra terra del Cimitero di Pretestato.
Per la particolare importanza e il buono stato di conservazione i monumenti sono stati disegnati da numerosi artisti a partire dal XV secolo, tra cui Fra' Giocondo, Baldassarre Peruzzi, Pirro Ligorio, Carlo Labruzzi.
Il mausoleo più grande è composto da un'ampia aula circolare su cui affacciano sei absidi; il secondo, minore, è di forma quadrata con tre absidi rettangolari e una bella facciata decorata da due coppie di lesene.
L'area è pertinente alla zona sub divo delle Catacombe di Pretestato che si estendono anche qui con alcune gallerie.
Nel 1972 sono stati costruiti 3 villini senza regolare licenza edilizia, ne fu chiesta subito la sospensione dei lavori e la demolizione senza alcun risultato. Gli edifici moderni sono uniti con scale ai monumenti antichi.
Al momento non è possibile eseguire indagini e interventi conservativi ai fini della conoscenza e conservazione di questi importanti monumenti.
Via dei Lugari, C.D. Mausoleo di S. Urbano e Domus di Marmenia
Nel 1879 i fratelli Lugari acquistarono dai Torlonia una vasta area al IV miglio della Via Appia, su una parte della quale eseguirono dal 1883 al 1895 scavi archeologici sotto il controllo di Rodolfo Lanciani. . .Nel 1879 i fratelli Lugari acquistarono dai Torlonia una vasta area al IV miglio della Via Appia, su una parte della quale eseguirono dal 1883 al 1895 scavi archeologici sotto il controllo di Rodolfo Lanciani. Gli importanti lavori riportarono alla luce strutture di una villa rustica del II secolo d.C., c.d. domus Marmeniae, l'area del Mausoleo di S. Urbano, una rete stradale antica con muretti che separavano gli antichi predii fra l'Appia e l'Ardeatina, sepolcri, fontanili, sedili sui crocevia che conducevano a case agricole e nobili.
Gli scavi rimasero a vista fino agli anni 50 del 900. Tra gli anni 70 e 80 lavori eseguiti abusivamente, sia nell'area della domus, sia presso il mausoleo, hanno provocato danni gravissimi alle strutture antiche con lo scopo di trasformarle in abitazione, nel caso della domus, e in luogo di rappresentanza, nel caso del mausoleo. Questo è accaduto nonostante la piena consapevolezza della totale inedificabilità dei terreni e nonostante le reiterate denunce della Soprintendenza.
Il complesso antico è rimasto imprigionato, senza poter essere scavato, restaurato e conosciuto, ridicolizzato tra interessi e capricci privati, oggi totalmente precluso a ogni possibile intervento per la crescita del patrimonio culturale e per la pubblica fruizione.