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LA MIA APPIA. LABORATORIO DI MONDI POSSIBILI TRA FERITE ANCORA APERTE
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Parco Archeologico dell'Appia Antica
Regione Emilia Romagna IBC - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

LO SCAVO: UN IMPIANTO TERMALE

Lo scavo archeologico ha portato alla scoperta di un impianto termale inedito la cui prima fase costruttiva si data alla metà del II secolo d.C. La struttura era con ogni probabilità di proprietà privata ad uso di una villa o di un gruppo di persone facenti capo ad una corporazione o ad un collegium che frequentava la zona. Il ritrovamento di una lastra di marmo, riutilizzata nel pavimento, con l'iscrizione a caratteri greci che menziona Annia Regilla, consorte di Erode Attico, definita secondo la formula ΤO ΦΩC ΤΗC ΟΙΚΙΑC (= luce della casa), potrebbe indurre a credere che l'impianto possa essere pertinente ai vasti possedimenti che Erode Attico aveva nella zona proprio nella metà del II secolo.
Il complesso termale fu utilizzato almeno fino al IV secolo, come attestano la tipologia delle murature ed i materiali archeologici recuperati (ceramica, monete, bolli laterizi, lucerne). Il ritrovamento di mosaici, di numerosi frammenti di marmi policromi, alcuni ancora in situ, e di porzioni di intonaco dipinto rivela la particolare eleganza e raffinatezza degli ambienti.
L'ingresso principale dell'impianto termale doveva probabilmente aprirsi, in forme monumentali, lungo la via Appia; da qui si accedeva agli spogliatoi, di cui si conservano le pavimentazioni a mosaico con disegno geometrico bianco e nero. Lasciati i propri abiti, presi asciugamano e sandali ed oramai lontani dal frastuono della strada, i frequentatori delle terme accedevano ai vari ambienti, frigidarium, tepidaria, calidarium. L'itinerario, percorso anche a ritroso, poteva essere arricchito con una sosta nella sudatio, dove era possibile farsi massaggiare il corpo o completato da una rigenerante sauna nel laconicum.
All'approvvigionamento idrico contribuivano due grandi cisterne su una delle quali è stata impiantata la villa; lo smaltimento delle acque avveniva attraverso un complesso ed ingegnoso impianto fognario di cui lo scavo archeologico ha portato in luce alcuni tratti perfettamente conservati. Nell'area sono stati rinvenuti, fra l'altro anche oggetti minuti che era facile smarrire in un simile contesto, come un dado da gioco in osso, una spatola in bronzo per il trucco femminile, aghi crinali in osso per le acconciature delle signore e monete in bronzo.
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