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LA MIA APPIA. LABORATORIO DI MONDI POSSIBILI TRA FERITE ANCORA APERTE
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Parco Archeologico dell'Appia Antica
Regione Emilia Romagna IBC - Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

CENNI STORICI.

La proprietà, situata a 450 metri dal Mausoleo di Cecilia Metella e a 250 metri dal limite delle mura del Castrum Caetani, nel II sec. d. C. era, con ogni verosimiglianza, già di pertinenza del Pago Triopio, la vasta tenuta agricola di Erode Attico, dai confini ancora non chiari, che l'illustre personaggio, marito della nobile Annia Regilla, precettore di Marco Aurelio e Lucio Vero, rese celebre per i monumenti, in parte ancora conservati nella Valle della Caffarella.

In questo tratto e a seguire, la Via Appia, percorsa in antico da traffici intensi, era caratterizzata da numerosissimi monumenti funerari alternati a vasti complessi residenziali e tenute agricole. In età medievale la zona apparteneva al "Casale di Capo di Bove e di Capo di Vacca", acquistato nel 1302 dal Cardinale Francesco Caetani, nipote di papa Bonifacio VIII, fondatore del Castrum costruito a ridosso del mausoleo di Cecilia Metella. L'organismo del Casale, anche dopo la trasformazione in fortilizio, mantenne le caratteristiche agricole "..con tutte le difese, le vigne, i vivai, ..." che rimasero tali fino ai tempi recenti.

Il toponimo "Capo di Bove" è originato dai bucrani che ancora oggi ornano il fregio posto alla sommità del sepolcro di Cecilia Metella.
Nel 1660 l'area, censita nel Catasto Alessandrino, era parte del "Casale di Capo di Bove Grande", di proprietà dell'Ospedale del SS. Salvatore ad Sancta Sanctorum; nel 1709 l'Ospedale la concesse in enfiteusi perpetua a Pietro de' Vecchi, nell'ambito di una "Vigna" più vasta.

Nel Catasto Pio Gregoriano (1812-1835) la proprietà è del Monastero di S. Paolo fuori le Mura, l'edificio principale è censito come "casa ad uso della vigna".
L'area, in proprietà privata dal 1870, ha mantenuto l'uso agricolo fino al 1945, momento in cui è avvenuta la trasformazione per l'uso residenziale. L'aspetto della proprietà al momento dell'acquisizione da parte dello Stato era coerente all'uso di residenza privata, con giardini, viali d'ingresso, piscina e dependance. Per la nuova funzione pubblica sono stati eliminati tutti gli aspetti legati alle esigenze residenziali e sono state riportate alla luce le strutture archeologiche. E' stato aggiunto così un ulteriore, importante tassello alla conoscenza storica del territorio dell'Appia.
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